giovedì 24 maggio 2012

Ho visto agire s'accabadora di Dolores Turchi

Titolo: Ho visto agire s'accabadora ( DV allegato con l'intervista della testimone oculare di cui si parla nel libro)
Autore: Dolores Turchi
Editore: Edizioni Iris
Pubblicato: 2008
Prezzo: € 20,00








Biografia: Dolores Turchi nata ad Oliena a scritto numerosi testi sugli aspetti più complessi della tradizione sarda.


Trama: La Turchi attraverso testimonianze dirette ma anche storiche ci porta alla scoperta di una controversa figura che praticava l'eutanasia in Sardegna: S'accabadora.
Il suo testo chiaro e ben documentato ci aiuta a intraprendere la strada verso la conoscenza di una cultura antica, presso cui era permesso agire secondo valori che, senza questa conoscenza, sarebbero impossibili da comprendere.
Interessante da leggere prima o dopo il  romanzo di Michela Murgia "Accabadora".


Commento: "La porta si apre ed il moribondo dal suo letto d'agonia vede entrare la femmina accabadora.
E' vestita di nero e una delle sue gonne è sollevata a coprirle il viso.
E' arrivata l'ora .
Lui da quel momento sa che l'abbraccio che avrà da quella donna sarà l'ultimo della sua vita."
Nella Sardegna arcaica, come in molte altre civiltà, ad esempio quella indiana, era consuetudine porre fine alle pene di chi non riusciva a morire serenamente e senza dolore per mano propria o affidando il compito a quell'inquietante figura che in Sardegna è conosciuta con il nome di "S'Accabadora".
Ci sono molti punti interessanti da valutare riguardo a questa figura.
Mi ha colpito in modo particolare l'atteggiamento che questa donna ha nei confronti di chi aiuta a trapassare, si comporta come una madre che accompagna pietosamente e con dolcezza il figlio verso una nuova strada da percorrere: abbraccia il morente, lo accarezza,gli canta la ninna nanna per tranquillizzarlo, addirittura lo allatta. Il morente ritorna bambino, quindi una sorta di rinascita, oppure regressione per intraprendere un breve o lungo viaggio verso il luogo da cui è...arrivato.
Da questa misteriosa figura di donna traspare una profonda consapevolezza di se e della propria finitezza.
In questa cultura non si nega la morte ma anzi la si cerca quando questa tarda ad arrivare per lasciare spazio vitale.
La morte per quanto noi la detestiamo e l'aborriamo è una cosa naturale e necessaria.
La morte è necessaria perché essa lascia spazio a nuova vita...


:):):):):)






2 commenti:

  1. è vero, a me non ha mai "terrorizzato" come figura, forse perchè da bimba ne sentivo parlare anche se probabilmente non mi rendevo conto del suo compito...un'emozione di "sollievo", finalmente di resa: passare oltre non è che un nuovo inizio e lei "accompagna", con rispetto.

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  2. La morte e la vita sono la medesima cosa non possono essere separate!

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